Un doppelgänger
è una copia spettrale o anche reale (sosia) di una persona vivente. È generato dalla Fobia, ovvero la Paura degli esseri umani, ed è una presenza che non può morire o sparire mai. Il termine doppelgänger è preso in prestito dal tedesco, lingua nella quale viene scritto, come ogni sostantivo, con l’iniziale maiuscola. Doppelgänger è composto dadoppel, che significa “doppio”, e gänger, che letteralmente significa “che se ne va” (anche se in questo contesto, il significato è più vicino a “passante”). In italiano, la parola viene scritta in minuscolo e senza l’umlaut sulla lettera “a”, “doppelganger”, anche se la scrittura corretta senza umlaut è “doppelgaenger”.
Il termine, nella lingua nativa, si riferisce a un qualsiasi doppio o sosia di una persona, più comunemente in relazione al cosiddetto gemello maligno, o alla bilocazione. In alternativa, la parola viene usata per descrivere un fenomeno nel quale si vede la propria immagine con la coda dell’occhio. In alcune mitologie, vedere il proprio doppelgänger è un presagio di morte. Un doppelgänger visto da amici o parenti di una persona può portare sfortuna o indicare il sopraggiungere di una malattia o un problema di salute, ed – a volte – costituire un presagio di morte a breve.
I doppelgänger appaiono in diverse opere di fantascienza e fantasy, nelle quali sono un tipo di mutaforma che imita una particolare persona o specie per motivi solitamente nefandi.
Un doppelgänger temporale è una qualsiasi versione di sé che si può incontrare durante un viaggio nel tempo. È una copia esatta di qualcuno in uno specifico momento della sua storia presente o futura. L’incontro con l’altro se stesso è un paradosso temporale che può avvenire quando una versione di sé stesso viaggia all’indietro attraverso un flusso temporale e incontra una versione più giovane di sé stesso, o quando due o più versioni della stessa persona da differenti flussi temporali viaggiano fino allo stesso momento nel loro futuro. Nigel Watson scrisse a proposito del fenomeno del doppelgänger nei resoconti di avvistamenti di dischi volanti, nei quali è riscontrabile una lunga tradizione di sosia.[6]
—da Wikipedia